FISICA CLASSICA, FISICA QUANTISTICA E ZHINENG QIGONG (seconda parte)

La fisica (o meccanica) quantistica è una teoria fisica che si è sviluppata nella prima metà del XX secolo. Si tratta di un insieme di teorie che descrivono il comportamento della materia a livello subatomico, un ambito in cui non sono più valide le ipotesi della fisica classica, che nelle previsioni dei comportamenti della materia nella realtà sono in contrasto con le osservazioni sperimentali.
La fisica quantistica non è mai riuscita a penetrare la ristretta cerchia degli addetti ai lavori e diffondersi nella comune percezione dei fenomeni che ci circondano. La ragione più importante di questo isolamento è che i suoi assunti fondamentali sono veramente difficili da accettare, in quanto “contro-intuitivi”.
Uno degli effetti più noti che derivano dal concetto di “probabilità” tipico della fisica quantistica è il cosiddetto “principio di indeterminazione di Heisenberg”: esistono coppie di variabili “non compatibili”, come ad esempio la posizione e la velocità di spostamento nello spazio di una particella, il cui valore non può essere conosciuto simultaneamente con precisione, e questo indipendentemente dalla accuratezza delle condizioni sperimentali a cui viene sottoposta la particella, perché nella osservazione stessa si introduce un elemento estraneo, lo sperimentatore.
Famoso è il cosiddetto “paradosso del gatto”, proposto dal fisico Erwin Schrödinger:
“Si rinchiuda un gatto in una scatola d’acciaio insieme con una “macchina infernale” (che occorre proteggere dalla possibilità d’essere afferrata direttamente dal gatto): in un contatore Geiger si trova una minuscola porzione di sostanza radioattiva, così piccola che nel corso di un’ora forse uno dei suoi atomi si disintegra, ma anche in modo parimenti verosimile nessuno; se ciò succede, allora il contatore lo segnala e aziona un relais di un martelletto che rompe una fiala con del cianuro. Dopo avere lasciato indisturbato questo intero sistema per un’ora, si direbbe che il gatto è ancora vivo se nel frattempo nessun atomo si fosse disintegrato. La prima disintegrazione atomica lo avrebbe avvelenato. La funzione Ψ dell’intero sistema porta ad affermare che in essa il gatto vivo e il gatto morto non sono stati puri, ma miscelati con uguale peso.
Dopo un’ora, quindi, il gatto ha la stessa probabilità di essere morto, nel caso in cui l’atomo sia decaduto, o vivo, nel caso in cui ancora l’atomo sia integro. Visto che fino al momento dell’osservazione l’atomo esiste nei due stati possibili, il gatto resta sia vivo sia morto fino a quando non si apre la scatola, ossia non si compie una osservazione. In altre parole, l’osservazione obbliga la materia-gatto ad assumere uno solo dei due stati”.
I concetti fondamentali della fisica quantistica sono:
– Non esiste una realtà definita e unica della materia, bensì esiste una realtà indistinta, e fatta di stati sovrapposti e contemporanei.
– In questo universo le regole sono la “acausalità” e la “non netta” separazione tra sperimentatore, strumento di misura e oggetto osservato. Cadono qui le illusioni, per esempio, della medicina secondo il modello “biomedico”, illusioni di scientificità assoluta, e torna a prendere vigore una pratica medica in cui l’intervento del sanitario e la relazione terapeutica sono parte integrante della cura..
– E’ considerato possibile che, in certe condizioni, ciò che avviene in un dato luogo possa avere un corrispettivo istantaneo in un luogo distante.
Materia ed energia possono, anche se per tempi brevissimi, scaturire dal “nulla”.
Queste quattro regole ci possono già fare capire quanto sia difficile sia accettare che spiegare la fisica quantistica senza essere fraintesi o, peggio, passare per visionari. Vedremo successivamente come questi principi siano in accordo con il Zhineng Qigong.
Non localismo
Se dal decadimento, o “disintegrazione”, di un “microente” nasce una coppia di particelle “gemelle” “correlate”, come due protoni, e se questi protoni venissero portati uno sulla Luna e l’altro su Marte, la logica comune di direbbe che un eventuale esperimento condotto sul protone che si trova sulla Luna non dovrebbe avere effetti sul protone che si trova su Marte. Dice uno dei massimi esponenti della fisica quantistica ortodossa, N. Bohr: “Anche se due fotoni [correlati] si trovassero su due diverse galassie continuerebbero pur sempre a rimanere un unico ente … e l’azione compiuta su uno di essi avrebbe effetti anche sull’altro … ”
Alain Aspect, dell’Università di Parigi, condusse una serie di esperimenti che prevedevano che una coppia di fotoni “correlati” venissero separati e lanciati verso rivelatori lontani, i quali a loro volta dovevano misurare il loro comportamento dopo che lungo la traiettoria di uno di essi veniva inserito un ostacolo che ne modificava la direzione. Aspect dimostrò che quando uno dei due fotoni deviava per il contatto con l’ostacolo posto lungo la sua traiettoria, deviava anche l’altro in tempo reale, superando così la fino ad allora considerata inviolabile velocità della luce.
Con queste premesse i principi del Zhineng Qigong assumono un carattere particolare.
Continua…

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